Piripiripiri…Piripiripiri…

Giovanni telegrafista e nulla più,
stazioncina povera c’erano più alberi e uccelli che persone
ma aveva il cuore urgente anche senza nessuna promozione
battendo, battendo su un tasto solo.

Piripiri…

Ellittico da buon telegrafista,
tagliando fiori, preposizioni
per accorciar parole, per essere più breve
nella necessità, nella necessità.
Conobbe Alba, un Alba poco alba,
neppure mattiniera, anzi mulatta
che un giorno fuggi unico giorno in cui fu mattutina
per andare abitare città grande piena luci gioielli.

Piripiripiri…
storia viva e urgente.

Ah, inutili tanto alfabeto morse in mano
Giovanni telegrafista
cercare cercare Alba ogni luogo provvisto telegrafo.
Ah, quando l’invecchia cum est morosa urgenza
Giovanni telegrafista e nulla più… urgente.

Piripiri…

Per le sue mani passo mondo, mondo che lo rese urgente,
crittografico, rapido, cifrato,
passò prezzo caffè passò matrimonio Edoardo ottavo
oggi duca di Windsor,
passarono cavallette in Cina,
passò sensazione di una bomba volante,
passarono molte cose ma tra l’altro
passo notizia matrimonio Alba con altro.

Piripiri…

Giovanni telegrafista, quello dal cuore urgente,
non disse parola, solo due rondini nere
senza la minima intenzione simbolica
si fermarono sul singhiozzo telegrafico
Alba è urgente.

Piripiri…Piripiri…

(Enzo Jannacci, 1968)

Forse rischio di diventar patetico o monocorde, ma affermo perentoriamente che Jannacci è un genio. Ecco un altro ritratto con il quale contribuisce a quella sorta di Antologia di Spoon River della Milano dei bei tempi andati (oltre a questo Giovanni telegrafista, il celebre clochard che portava i “scarp del tenis”, Bobo Merenda, il soldato Nencini “semi-analfabeta e per giunta terrone”, il magnaccia che comprava i “calzett de seda”, quello che “andava a Rogoredo e cercava i so’ dané”, quello che “prendeva il treno per non essere da meno” e molti, molti altri). Un altro personaggio tragico. E nella tragedia sempre l’antidoto dell’ironia, un’amara ironia.
Una vita frustrante quella di Giovanni “telegrafista e nulla più”, una vita passata a “tagliare fiori, preposizioni”. L’amore è un lampo che gli illumina lo sguardo, un segreto inconfessato. E il fallimento amoroso finisce in un “singhiozzo telegrafico”, “crittografico, rapido, cifrato”: “Alba è urgente”.